Psicologia Relazioni

L’empatia nella relazione terapeuta-paziente

Una comprensione esistenziale genuina non è possibile senza empatia.

Cos’è l’empatia

L’empatia è la capacità di immedesimarsi nell’altro temporaneamente e parzialmente, pur restando sempre se stessi. L’empatia è un mezzo per superare i confini interiori ed esteriori e per apprezzare l’immensa diversità negli altri e in noi stessi.

Se la relazione è un campo interattivo, uno “spazio sacro” dove i confini possono essere dissolti, la relazione stessa deve avere però i propri confini, definendo ciò che è dentro e ciò che è fuori, creando uno spazio protetto nel quale il paziente può permettersi di lasciare andare i suoi meccanismi difensivi rigidi: ciò può accadere in un’area in cui il paziente si sente sicuro, dove vi è accettazione.

La relazione empatica

La relazione empatica è uno spazio energetico di unione sottile fra terapeuta e paziente, è un contatto speciale che aiuta la persona ad abbandonarsi con fiducia al flusso energetico delle sensazioni, delle immagini e delle memorie che affiorano dal profondo. La presenza amorevole del terapeuta, la sua capacità di ascolto su più livelli è un fattore chiave per l’instaurarsi di un processo empatico, base di un percorso di cura.

Per empatia si intende l’accettazione ed il riconoscimento dei sentimenti dell’altro ed in psicosintesi è qualcosa che va oltre, è il flusso che viene attivato nell’ambito della relazione grazie alla presenza del terapeuta.

Il paziente può trasformarsi in senso evolutivo se anche il terapeuta è disposto a trasformarsi insieme a lui: solo dopo che la sofferenza del paziente è diventata la sofferenza del terapeuta egli ne saprà comprendere il significato, “restituendola nel modo adeguato”. Il terapeuta è un essere umano vulnerabile, con le proprie ferite sane, ed è bene che il paziente colga questa sua vulnerabilità: tutto diventa fonte di consapevolezza.

R. Assagioli diceva che ognuno irradia quello che è ed i pazienti, come i bambini, non credono a quello che il terapeuta racconta, ma sentono quello che egli irradia. (Concetto questo che chi vuole può approfondire nel libro: “L’uomo che soffe, l’uomo che cura” di A. Alberti)

Il momento di incontro è uno degli eventi chiave che consentono il cambiamento terapeutico: esso crea un’esperienza reale vissuta, intesa come “viaggio affettivo condiviso”. Durante tale viaggio affettivo condiviso, due persone attraversano insieme uno stesso “paesaggio emotivo”.

La terapia è la creazione di un clima. Tale campo intersoggettivo implicito ha anche la funzione di creare il contesto giusto perché il materiale esplicito possa emergere, difatti l’atto di ascoltare e l’atto di narrare combinano elementi sia impliciti che espliciti. Una tale relazione è il campo energetico dove la trasformazione è ottenuta al di là delle tecniche.

Riprendendo C.G. Jung, “l’efficacia terapeutica nasce dagli sforzi del medico di penetrare nella psiche del paziente…”, e’ “importante per il paziente poter confidare la sua esperienza a una persona compassionevole e comprensiva”.

Autore

Elisabetta Marra

Elisabetta Marra

Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Terapia psicosintetica, si occupa dei disturbi d'ansia, attacchi di panico, disturbi dell'umore, disagio esistenziale, lutto, autostima.

3 Commenti

  • Ciao. a me è successo davvero così come scrivi. “Il momento di incontro è uno degli eventi chiave che consentono il cambiamento terapeutico: esso crea un’esperienza reale vissuta, intesa come “viaggio affettivo condiviso”. Durante tale viaggio affettivo condiviso, due persone attraversano insieme uno stesso “paesaggio emotivo”.”
    credo sia importante. ho cambiato due terapeuti. il primo, molto tecnico, cognitivo, non mi faceva sentire in viaggio con lui. non lo sentivo empatico, mi sembrava che non mi capisse fino in fondo. Bisogna che si sia in due a fare il viaggio.

  • La realtà dell’altro non è in ciò che egli ti rivela, ma in ciò che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capire l’altro, non ascoltare ciò che egli ti dice, ma piuttosto a ciò che egli non dice.

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